I rigori del tempo per Sambiase e Vigor Lamezia tra una stracittadina in archivio ed un futuro già presente
Il 25 aprile si erano date appuntamento per il 13 giugno, auspicando fosse la finale, ma alla fine quella tra Sambiase e Vigor Lamezia è stata la gara disputata nel giorno in cui la città celebra Sant’Antonio, ma valevole “solo” come atto precedente l’ultimo atto stagionale previsto domenica prossima (se in casa o in trasferta dipenderà dal risultato di Sersale – Locri in campo mercoledì) per la promozione in serie D.
PARTITA BELLA? UN TIPO
Quella di campionato era stata una contesa dai ritmi alti fin dai primi minuti ed emozioni oltre al gol per parte con cui si era chiusa la partita, ma ieri la tensione della posta in palio non ha favorito il bel gioco su entrambi i fronti.
Nella gara da dentro o fuori ad avere un solo risultato a disposizione era la Vigor Lamezia, che dopo la prestazione dai due volti contro la Reggiomediterranea di 7 giorni prima era chiamata alla vittoria con tanto di striscione a monito nel settore ospiti, non avendo per altro problemi di formazione di fronte agli avversari senza il centrale Miceli, con Mascaro in panchina al pari di Umbaca ancora a mezzo servizio.
Nel primo tempo a gestire tempi e spazi in campo è però per lo più il Sambiase, con Mirabelli che per tutta la gara avrà la meglio su Haberkon e Russo sostanzialmente quasi mai servito in modo da rendersi pericoloso. Sul versante opposto Verso e Bernardi trovano le giocate giuste sugli esterni (e nel finale firmano il vantaggio), con Gaudio e Trentinella a gestire la mediana e Vitale a mettere il fisico in eventuali corpo a corpo (più che frequente nello scontro quasi lessicale con Vitolo).
Non a caso, come avvenuto già in gare precedenti, Vargas cambia 2/3 della linea mediana già dopo una dozzina di minuti dopo l’intervallo, e se qualcosa nei meccanismi biancoverdi torna a girare per il meglio, Lamberti ha poco di cui preoccuparsi (la sua migliore parata arriva a gioco fermo per fallo in attacco).
VIA CON IL VENTO
Altra variante della gara il dio Eolo, con il vento a soffiare in modo costante dal versante meridionale e sospingere le giocate di chi si trovava a giostrare con il favore. Da qui la punizione di Trentinella nel primo tempo che Gentile alza in angolo sebbene centrale, ma anche la scelta di Lamberti di affidarsi per lo più al passaggio corto nelle rimesse dal fondo nel corso della ripresa. Di contro il gioco basato sulle verticalizzazioni ed i cambi di versante che era stato il copione prediletto in uscite precedenti biancoverdi non ha trovato la giusta calibrazione, mentre poca convinzione nel cercare di giocare palla a terra temendo le ripartenze giallorosse.
TUTTI PER UNO
Che al “Gianni Renda” sarebbe stata una partita “molto affollata” (probabilmente alla fine anche troppo) lo si poteva desumere già da diversi particolari noti alla vigilia: biglietti in prevendita volatizzati in poche ore sia per la tribuna che per il settore ospiti; sedie aggiuntive in tribuna stampa; lista a 26 e comprensiva di quasi tutti i tesserati (anche coloro i quali da tempo son “fuori servizio”) per il Sambiase, che vista l’importanza del risultato ha voluto dare fondo all’esperienza di tutti nel dare consigli prima della consegna delle distinte ufficiali; lunghe file all’ingresso sugli spalti, traffico nell’uscita dallo stadio, con fuochi d’artificio e caroselli per i supporters di fede giallorossa e rammarico per quelli biancoverdi cui era stato riservato il parcheggio ospiti poco distante dalle due gradinate in cui hanno trovato posto.
IL SUPPORTO ARGENTINO MA SENZA SUDAMERICANI GIALLOROSSI
Al netto degli sfottò, più o meno classici o leciti (con toni esacerbati circoscritti però solo a pochi singoli), a riecheggiare in Tribuna Montesanti nella ripresa è stato il motivo riarrangiato di “Dale Boca”, tema musicale partito in ambito giallorosso nella stagione 2008/09 e che poi aveva risuonato nell’accompagnare le reti del bomber argentino Laviano nelle due stagioni successive.
Questa volta la truppa sudamericana è tutta sul versante biancoverde (il cileno Vargas, gli argentini Haberkon, Martinez, Carubini, il paraguaiano Lugo Martinez), ma a trovare la spinta necessaria sono i “prodotti locali”.
DI RIGORE IN RIGORE
A circa 24 ore di distanza dalla “lezione sul ruolo di capitano” di Simon Kjaer nella partita con la Danimarca, la fascia al braccio di Alessandro Bernardi sarà stata un po’ più stretta del solito nei passi da compiere fino al dischetto del calcio di rigore. Proprio contro la Vigor Lamezia era iniziata la maledizione dagli 11 metri giallorossa, con a sbagliare in serie Umbaca, Gaudio e Fioretti in 3 gare casalinghe, ed il pallone piazzato tra palo e Gentile proteso in tuffo (stessa dinamica del rigore di Umbaca, che aveva però scheggiato il legno alla destra del portiere prima di uscire dal campo) ha avuto un valore ben superiore ai tradizionali 3 punti che una vittoria comporterebbe, anche se nell’attuale formula la “lotteria dei rigori” non è contemplata per la finale premiando alla fine dei supplementari la meglio classificata al termine delle 7 giornate di stagione regolare.
POKER IN NERO
Non è dato sapere se Alessandro Femia della sezione di Locri per preparare la gara per cui è stato designato avesse rivisto la partita del 25 aprile, in cui il collega giunto con uno scambio da Vasto si era trovato a gestire un match teso con chiamate anche contestate. La quaterna giunta al “Gianni Renda” (anche un quarto uomo a fare da spola tra le due panchine, “liberando” del compito l’assistente lato tribuna) ha vissuto una gara tutto sommato tranquilla nei primi 45 minuti (un calcio d’angolo per i padroni di casa non fatto battere a pochi secondi dall’intervallo come déjà vu con la gara del 25 aprile), dovendo poi decidere per episodi più importanti nella ripresa: 1 rigore richiesto dalla Vigor Lamezia, 2 dal Sambiase prima dell’episodio chiave con Martinez a saltare di spalle sul tiro di verso intercettando la sfera con un braccio secondo il direttore di gara appostato a breve distanza.
Per il resto cartellini distribuiti cercando di non spezzettare eccessivamente il gioco ma favorendo la regola del vantaggio, per poi ammonire successivamente eventuali rei di falli da giallo; disincentivo del cercare di accentuare eccessivamente alcuni contatti.
QUEL CHE DI BUONO RESTA
Mister Vargas all’ufficio stampa biancoverde a fine gara nel commentare la sconfitta non ha nascosto la propria delusione: «sapevamo che sarebbe stata una partita tosta, ma non ho nulla da recriminare ai miei ragazzi che hanno dato tutto come sempre, dispiace molto per come è andata e mi assumo tutte le responsabilità. Voglio ringraziare tutti, in primis il Presidente ed il Vice presidente per la fiducia accordatami ed un grande grazie a tutto lo staff ed i collaboratori».
L’errore da non commettere in via Marconi ora sarebbe non trarre lezione da questa tribolata stagione condizionata dalla pandemia. La nuova società a guida Felice Saladini è partita a giugno 2020, e nell’arco di un anno solare si sono vissute di fatto 2 diverse stagioni con 2 staff tecnici differenti e rose rivoluzionate ed allestite quasi “last minute”. La scadenza della validità degli attuali tesserati è fine mese, e la delusione per l’obiettivo sfumato in semifinale dovrà essere superata al più presto per decidere da chi ed in che modo ripartire.
Sull’importanza di dare continuità al gruppo, che sia in campo con giocatori (anche i tesserati utilizzati poco o mai) con i giusti innesti o in merito allo staff tecnico, si può chiedere allo stesso Sambiase (che dall’avvio dell’era Fanello in Promozione ad oggi ha sempre rimpinguato la rosa senza effettuare totali rivoluzioni, potendo anche contare su una valida juniores), ed in più la prossima stagione vedrà confermati gli under già scesi in campo questa stagione (2 classe 2001, 1 classe 2002).
QUEL CHE ANCORA MANCA
Da par suo mister Fanello all’ufficio stampa giallorosso parla di «una vittoria meritata per quanto visto in campo, abbiamo avuto un ottimo approccio temendo che nel secondo tempo con il vento a sfavore potessimo soffrire di più. Siamo stati più bravi nell’essere lucidi a trovare la vittoria, ma come avevano preparato bene la gara precedente contro la Palmese, non riuscendo però a trovare la via del gol, oggi abbiamo visto un’intera tribuna gioire dopo magari qualche malumore della settimana prima». Nei festeggiamenti negli spogliatoi, poi, lo stesso tecnico ha rimarcato ai propri giocatori come però senza l’ultimo sforzo ben poco si potrà dire completato.
Da domani partirà l’ultima settimana della stagione, mercoledì si saprà l’avversario da affrontare se in casa o in trasferta, con la vittoria nella semifinale tutta lametina a dare maggiore spinta e pressione da parte dell’ambiente. Anche in quel caso, qualsiasi risultato ci sarà, si dovrà subito pensare alla stagione successiva.