“La legge crudele del calcio ti lascia il rammarico per quello che poteva essere e non è stato”
Una palla girata in porta dal portiere avversario nell’ultima disperata sortita offensiva, il giovane collega che non è reattivo nell’agguantare il pallone deviato a lato, il bomber temuto ma ben controllato per tutta la gara che beffa il proprio marcatore e rimette al centro, una palla che non respinta a dovere rimane vagante ed altro difensore che viene beffato dal collega di reparto avversario. Un finale di gara che per la Vigor Lamezia è stato un incubo, con Columbro/Villela/De Nisi da un alto, Summa/Pignataro/Lucero dall’altro, protagonisti dell’episodio che manda il Bisceglie in finale play off grazie ai due pareggi tra andata e ritorno, con il fattore campo a sorridere ai pugliesi.
Se mister Di Meo ad inizio partita aveva puntato tutto sull’assetto più offensivo, con soli due mediani a centrocampo, sperando di poter replicare le ripartenze vincenti del “D’Ippolito”, mister Fanello disegna invece una squadra che dà pochi punti di riferimento e prende il controllo delle operazioni. Scalon in difesa rende la vita difficile a Pignataro, in mezzo al campo Rodriguez, Lavrendi e Curcio si alternano nella fase di costruzione ed interdizione, e le occasioni più nitide da rete nel primo tempo sono biancoverdi.
Ad inizio ripresa Pignataro prova a prendere le misure, ma è la Vigor al quarto d’ora a trovare la rete premiando la maggiore molte di gioco precedente. Si risveglia il Bisceglie ma la difesa lametina fa buona guardia, Giovanni Foderaro spreca due occasioni per chiudere la gara, e nell’ultimo secondo di recupero il rocambolesco gol che vale le lacrime di delusione per squadra e tifoseria biancoverde.
A fine gara Danilo Fanello non riesce a celare il magone: «così fa male, non me ne voglia nessuno ma tra andata e ritorno avremmo merito qualcosa in più. Forse sarebbe stato meglio se il Bisceglie avesse pareggiato a 10 minuti dalla fine, e non all’ultimo secondo. In bocca al lupo a loro e al Costa d’Amalfi che si giocheranno il posto in serie D».
Come all’andata, anche al ritorno il tecnico biancoverde guarda il bicchiere mezzo pieno: «fondamentalmente non avevamo rischiato molto, siamo stati meno fortunati su almeno un paio di palloni buoni nel primo tempo. Sapevamo di poter fare bene, visto anche all’andata come è stata la gara, la legge crudele del calcio ti lascia il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Un pareggio che vale come una sconfitta e ci lascia l’amaro in bocca».
Stagione che si chiude così al penultimo turno, con la consapevolezza di essere stati in corsa per la seconda promozione consecutiva anche se non dalla porta principale: «è un grande dispiacere da lametino, nato e cresciuto con questi colori, in gradinata c’erano mio figlio e mia moglie, e quelle lacrime me le porterò dentro per tanto tempo. Ci sono cose più gravi nella vita, ma avremmo voluto regalare una gioia ad un pubblico e a una città che sta facendo di tutto per riemergere ai fasti di un tempo. Mi auguro che questa empatia che si è venuta a ricreare sia di buon auspicio per un futuro sempre più glorioso per questi colori. Vigor e Lamezia devono puntare in alto, non sarà questa gara a decretare quale sarà il proseguo mio e dei colori biancoverdi».
Anche perché, chiuso il capitolo calcio giocato, in via Marconi ci sarà poco tempo per metabolizzare la delusione. Dal fronte Comune si attende l’ufficializzazione della procedura per la gestione del “D’Ippolito” (da unica concorrente al precedente affidamento, anche se non vincitrice per errori nella documentazione, la società biancoverde dovrebbe già avere un accordo pronto con via Perugini), sapendo che però per almeno la prossima stagione si dovrà dividere l’uso dell’impianto anche con il Sambiase promosso in serie D (il “Gianni Renda” da dopo l’estate dovrebbe vedere iniziare i lavori di riqualificazione legati al Pnrr). Una “serena coabitazione” non è scontata sia per motivi logistici che di costi (non ne ha fatto mister neanche il presidente Rettura il mese scorso), ma entro luglio entrambe le società dovranno presentare insieme alla domanda di iscrizione al campionato di competenza anche la disponibilità dell’impianto di gioco indicato per le gare casalinghe di tutta la stagione. Società e Comune prima metteranno le cose in chiaro, meglio si potrà programmare.
Troppo fresca la delusione in casa Vigor Lamezia, che non potrà neanche presentare domanda di ripescaggio avendo già usufruito di tale eventualità nella stagione 2022/2023 (in quel caso sfruttando la mancata iscrizione della Bovalinese si fu ammessi in Promozione, con campionato vinto poi dopo un trentennio di digiuno). Il regolamento approvato a dicembre prevede infatti “esclusione dalla graduatoria di ripescaggio per il completamento dell’organico 2024/2025, per quelle Società che ne abbiano beneficiato, in qualunque categoria e a qualunque titolo, in una delle stagioni sportive 2021/2022 – 2022/2023 – 2023/2024”.
In caso contrario si sarebbe partiti comunque svantaggiati, anche perché aver perso la matricola avuta fino al 2017 non poteva far contare sui punteggi dell’affiliazione storica (l’attuale società porta in dote gli anni del Platania più le ultime tre stagioni come Vigor), mentre potersi presentare con uno stadio con capienza da Lega Pro (in ottica finale si stava anche valutando il da farsi per riaprire la Curva Nord) erano 3 punti in più.