L’Associazione culturale Passione e Tradizione Vigorina scettica verso la gestione della società biancoverde
L’Associazione culturale Passione e Tradizione Vigorina scettica verso la gestione della società biancoverde che, unite le due precedenti realtà venutesi a creare nel 2017, si è trovata ora a dover gestire una stagione nel pieno della pandemia con una prima falsa partenza ed una ripresa da zero ora con più di un’incognita per via dell’addio di allenatore e direttore sportivo, ufficialmente ancora non sostituiti, poiché non in linea con le scelte nazionali di ripartire in modo frammentato.
«Il celebrato ‘’modello Vigor Lamezia’’, tanto atteso ed acclamato sin dal precampionato, lascia diverse zone d’ombra agli occhi di sostenitori ed osservatori. I processi di marketing, restyling d’immagine e campagne pubblicitarie, rappresentano una splendida cornice decorativa di un quadro dove, tuttavia, la tela è ancora bianca ed aspetta d’essere dipinta», lamenta l’associazione di tifosi, «speriamo, dunque, che questo modello si fondi principalmente su solide basi sportive, nonché su una partecipazione e condivisione attiva di idee ed iniziative con i tifosi, per un processo che porti ad una graduale crescita dell’identità collettiva Vigorina».
Dalle perplessità si reputano «affrettate le considerazioni espresse più volte dal Presidente Felice Saladini, riferendosi al ‘’modello Vigor’’ come modello da esportare, specie in relazione alla sosta ed alle problematiche legate alla pandemia che non hanno permesso la realizzazione di alcun progetto tecnico. Siamo consapevoli delle enormi difficoltà che il covid-19 ha portato nel panorama calcistico ed in quello dilettantistico in modo particolare, ma ad oggi, considerata quest’inaspettata modalità di ripartenza del campionato – la quale si distanzia completamente dalla nostra inclusiva idea di calcio – riteniamo doveroso porre alla società alcune domande. D’altronde la trasparenza ed il rispetto nei confronti dei tifosi e della squadra che si rappresenta sono le basi fondamentali per la costruzione di un progetto duraturo».
Si chiede quindi se «sarà fatto tutto il possibile per vincere un campionato sul campo – dopo 34 anni – o si intenderà continuare (ancora) ad acquisire titoli e tentare deprimenti ripescaggi per rendere la strada meno lunga, privandoci delle sane soddisfazioni sportive? Se le intenzioni sono di vincere il campionato, come mai a poche settimane dalla ripartenza siamo costretti a constatare l’avvenuta cessione di molti giocatori e le risoluzioni consensuali dei rapporti con il Mister, con il suo vice e con il direttore sportivo?»
La prima giornata del nuovo mini torneo ad 8 di Eccellenza scatterà l’11 aprile, ma per salire in serie D non basterà arrivare primi quanto vincere la fase ad eliminazione diretta successiva.